Dalla stampa a caratteri mobili alla stampa digitale

La stampa in generale ha cambiato il modo di vivere e di pensare. Che ruolo ha avuto il digitale in questa evoluzione del sapere?

L’avvento dell’uso dei caratteri mobili e della stampa offrirono le basi per una prima diffusione di massa del sapere. La scoperta di Gutenberg mise quasi a tacere la minuziosa opera che gli amanuensi avevano fatto fino a quel momento.

Uno dei tratti che oggi ci distinge dal mondo in cui vivevano i nostri antenati è proprio dato dalla nostra capacità di costruire strumenti sempre più complessi che migliorano il nostro modo di percepire le cose e la nostra vita.

In Europa l’invenzione della prima macchina tipografica è da attribuirsi al tedesco Gutenberg, che la ricavò dal riadattamento di un torchio a leva per l’uva.

La stampa segnò l’inizio di una nuova era.

Pertanto la tipografia rimase invariata fino al XIX secolo, cioè quando l’idea di Gutenberg venne modificata nei materiali da inventori provenienti da America e Inghilterra. Le modifiche apposte da questi ultimi resero la stampa tipografica più efficace anche se le officine tipografiche non riuscirono ancora a soddisfare in pieno la domanda di “carta stampata” del tempo. Qualche anno dopo, dal torchio a leva di Gutenberg si passò al torchio meccanico più adatto a stampare grandi numeri di copie. Nel 1814, questa macchina fu a sua volta sostituita da un esemplare a cilindri di pressione accoppiati. In questo periodo furono giornali come il Times di Londra a fornire l’impulso maggiore alle innovazioni tipografiche con la prima pressa piano cilindrica a vapore che consentì di arrivare a stampare fino a 1000 copie all’ora, risultato sorprendente per il tempo.

La vera innovazione ci fu quando venne inventata la stampa a quattro colori (CMYK) che consentì di produrre immagini stampate con i colori e le particolarità desiderate in ciano, magenta, giallo e nero. Successivamente seguirono altri esperimenti che, nel 1960, videro la nascita della stampa offset: processo di stampa ad alta risoluzione che si basa sul principio della repulsione fra acqua e sostanze grasse e all’utilizzo di un cilindro in caucciù. Un’ulteriore tappa fondamentale nel percorso evolutivo della stampa tipografica è rappresentato, poi, da quella digitale introdotta nell’ultimo ventennio del 1900. La diffusione al pubblico si ha invece a partire dall’inizio degli anni 90 con la vendita su larga scala, anche in Italia. Macchine dalle dimensioni via via sempre più compatte e addirittura portatili, con un eccellente rapporto tra qualità della stampa, costi di acquisto e manutenzione. 

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